"17 maggio, 23, 3 maggio 23, 19 settembre". Maria non aveva ancora finito di rimettere a posto casa dopo le due alluvioni di maggio 2023. "Ci hanno appena fatto l'impianto elettrico nuovo, neanche tre settimane fa". A Boncellino, frazione di Bagnacavallo, il fango si è mangiato tutto di nuovo. Ho salvato le cose più importanti, racconta Maria. "Ci tengo a salvare le foto dei miei nipoti. Io quelle le ho messe in alto subito". Gli angeli del fango sono tornati, ma questa volta in silenzio. "Rimboccarsi le maniche e aiutare, e basta. Poi dopo ci si penserà". "Lo spirito dell'altruismo, un po' di senso civico". "Lo scenario è sempre lo stesso". Solidarietà e rabbia. Gli sfollati ci dicono: siamo stati abbandonati. "Tutto quello schifo lì che è un anno e mezzo che è tutto qui attorno. Filmate. E tutta quella sporcizia che è tutta là che ha...lasciamo stare". "Depressi, arrabbiati. Dica lei. È la terza volta. Con che animo puliamo vedendo un fiume ridotto così? La prossima volta che piove siam di nuovo qui". Dopo il 2023 la campagna non è stata bonificata. "Siamo circondati dalla terra dell'anno scorso ancora. Ci hanno promesso che ce la portavano via, poi non han portato via niente". L'argine del Lamone, che 16 mesi fa si era rotto, questa volta ha tenuto ma tonnellate di detriti, tronchi, rami trascinati dal fiume hanno fatto tappo e l'acqua è tracimata. Sebbene sorga letteralmente sull'argine del fiume Lamone, questa abitazione si è salvata ma l'acqua si è portata via tutto il giardino. "Sono sempre stato qui nelle zone. Però lo pulivano e lo dragavano, adesso nessuno pulisce il fiume". "Uno dice: è colpa della Provincia, la Provincia dice: no, non ci avete dato i soldi. Cioè, noi siamo in mezzo come la pallina da ping pong. Li vorrei metter là nel fango, con i piedi, per capire, per sentire cosa vuol dire essere alluvionati".