"Questa volta a Traversara ha fatto un capolavoro perché ha steso un paese pieno di abitanti". Da 26 anni Annalisa, la sua socia, gestiscono l'edicola tabaccheria alimentari di Traversara. Questo negozio è il cuore del paese ci racconta ma se non ci aiutano a fondo perduto, non riusciremo a riaprire. Credete ai risarcimenti? "No, no. Credo alla gente che ti vuole bene e crede in te e che ti darà una mano; a quella ci credo. Al risarcimento dello Stato no, ma voglio credere che qualcuno faccia qualcosa perché è ora di farla finita". Annalisa non è l'unica a pensarla in questo modo; questa sfiducia nelle istituzioni accomuna tutti gli alluvionati in Romagna. Il sindaco di Bagnacavallo non la penso diversamente. "Dopo un anno, un anno e mezzo di risposte, ne abbiamo avute poche, ma poche poche. Tantissime promesse, tante passerelle, tante promesse, ma di risposte poche. Soldi zero e quindi facciamo fatica ad oggi a raccontare che rimetteremo a posto. Questo è il tema, è questa la sfiducia. La sfiducia si combatte con risposte concrete oggi, non fra due anni, non fra tre anni". A Traversara, lo squarcio dell'argine, provocato dal Namone, è stato tamponato. C'è un continuo via vai di camion carichi di fango, ruspe che raccolgono fango, volontari con badili in mano spalano fango. La gente che ti vuole bene, di cui parla Annalisa, amici, ma anche persone sconosciute venute semplicemente per essere utili. Sono persone dal cuore grande, commenta la negoziante di Traversara. "Ma lo Stato non ce l'ha il cuore grande, siamo un numero per loro, siamo un numero". A far cambiare idea alle persone dovrà essere il nuovo commissario per l'emergenza, Irene Priolo. "Questo è un territorio che ha bisogno di certezze. Bisogna capire chi deve fare cosa; è un territorio che va ripensato. Va ripensato sicuro come si vive vicino al fiume".