Confermata la condanna a tre anni già scontati per Amanda Knox accusata di calunnia nei confronti di Patrick Lumumba. La prima sezione penale della Corte di Cassazione ha dunque respinto il ricorso dei difensori della americana. Amanda aveva accusato dell'omicidio di Meredith Kercher avvenuto a Perugia nel novembre 2007, Lumumba all'epoca suo datore di lavoro che era rimasto in carcere 14 giorni ed era risultato poi totalmente estraneo quindi prosciolto. A 18 anni dall'omicidio e dopo 16 anni di processi, il nome di Amanda ancora una volta risuona in un'aula di giustizia ma lei non c'è; è rimasta negli Stati Uniti con la sua famiglia. C'è invece Patrick che ha subito danni morali ed economici devastanti dice il suo avvocato e che ancora aspetta il risarcimento del danno subito nonostante la condanna per calunnia fosse stata confermata in diversi gradi di giudizio. Poi nel 2019 una sentenza della corte europea dei diritti dell'uomo aveva riconosciuto la violazione di diritti di difesa della Knox quando nel corso dei primi interrogatori non le era stato fornito un avvocato ne un interprete. Da questo, è derivato il nuovo processo che lo scorso anno a Firenze ha portato alla condanna in appello. A questa decisione, si sono opposti i legali dell'americana. Spero che la condanna accompagna Amanda per tutta la vita il primo commento di Patrick Lumumba appena avuta la notizia. Forse si chiude con questo ultimo atto una vicenda giudiziaria dolorosa e lunghissima che ha portato alla assoluzione in via definitiva di Amanda Knox e di Raffaele Sollecito per l'accusa di omicidio. Un omicidio per il quale è stato condannato Rudi Gede.