Baby gang, aumentano e commettono sempre più reati

07 ott 2022
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Hanno nomi, cognomi, soprannomi e un lessico tutto loro. Usano i social, ovviamente. Hanno appellativi tutt'altro che rassicuranti: Z2, Ko Gang, Vikings, Albanesi, Infernali. Hanno ricevuto troppo o troppo poco tra rapporti problematici con le loro famiglie, la noia di una quotidianità priva di stimoli. Finiscono sempre di più nelle cronache quotidiane per minacce, insulti, aggressioni verso coetanei spesso indifesi, a volte disabili, fino ad azioni vandaliche e violente. Sono ragazzi insicuri trasformati in bulli. Si chiama "baby gang" il fenomeno. Ogni gruppo è composto al massimo da 10 persone, quasi del tutto maschi, fra i 10 e i 17 anni, che si aggregano in un territorio, provano a fare i capi, spesso ci riescono. Il dossier di Transcrimine, Centro di Ricerca dell'Università Cattolica, stilato insieme al Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell'Interno e del Dipartimento per la Giustizia Minorile è angosciante. Da gennaio ad aprile 2022 sono stati pubblicati 1.909 articoli di stampa su fatti riguardanti gang giovanili. Il fenomeno sta accelerando in tutta Italia ma prevalentemente al Nord come si può vedere da questa cartina. Le aree segnate in blu scuro sono quelle dove si registra il maggior numero di baby gang. Le aree del paese più calde dedite ad attività criminali specifiche sono Bolzano, Trento, Milano, Terni, Nuoro, Catania. Poi ci sono quelle che si ispirano alle organizzazioni criminali italiane: nel Nord-Ovest, in Campania, nella zona di Crotone e di Vibo Valentia, in Calabria. Secondo la relazione fra le attività devianti compiute dalle gang primeggiano bullismo, furti e rapine, estorsioni, poi droga e spaccio. Il Covid non ha che accelerato qualcosa che era già all'orizzonte: meno scuola, meno lavoro, più disagio e maggior senso di esclusione. Secondo gli esperti si tratta di giovanissimi che mostrano così di esistere. L'esibizione della violenza diffusa sui social regala l'inganno di trovare la propria identità nella rete e nei like. Ragazzi cresciuti fra patatine e iPhone, che tanti definiscono cattivi, ma che forse sono solo gravemente storditi dal niente che li circonda.

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