Diminuiscono i contagi, ma non la paura e non il livello di attenzione. Lo ripetono i medici e gli esperti che ogni giorno accolgono, al triage dell'ospedale civile di Brescia, pazienti col sospetto di aver contratto il Coronavirus. Questa tensostruttura, allestita dalla Protezione Civile, è il primo passo per capire qual è la situazione. Da inizio settimana c'è stata una progressiva e lenta riduzione del numero di autopresentazioni in questo che è un avamposto del Pronto Soccorso. Questo probabilmente, anzi, verosimilmente, è dovuto al fatto che la gente ha ascoltato quello che bisogna fare, e quindi è stata a casa. Qui, vengono misurate la temperatura, fatte le lastre e il tampone e qui si aspetta l'esito, ma non è automatico il ricovero. Gli ospedali sono saturi, il personale è stremato, inoltre, il ricovero non sempre necessario, confermano i medici. Sono arrivati poche ore fa, con un volo della Guardia di Finanza, 20 medici che entreranno in servizio come forza di rinforzo governativa negli ospedali della Lombardia, fra cui Brescia, ormai al limite per l'emergenza Coronavirus. Continuiamo a stare a casa, come ci è chiesto, ancora un po' di sacrificio, almeno fin dopo Pasquetta, perché il trend sia effettivamente in miglioramento. Non possiamo ancora dire di averla scampata. Ottocento studenti del corso di infermieristica saranno coinvolti, da domani, in un percorso di formazione sul virus SARS Cov-2, sugli effetti patologici del Covid-19 e sui trattamenti diagnostici, terapeutici e assistenziali, attivato in questi giorni dall'Università degli Studi di Brescia. Sedici ore di formazione, tre unità didattiche sugli aspetti normativi e organizzativi della gestione dell'emergenza sanitaria a livello nazionale e locale. Una formazione che non era mai stata programmata prima, ma che si è resa, ora, necessaria, segno che il ritorno alla normalità non è previsto in tempi brevi.