Le porte del Museo di Santa Giulia a Brescia si sono riaperte dopo il lockdown e il primo gruppo di turisti è potuto tornare a visitare il museo bresciano. Sono cambiate le regole naturalmente rispetto a febbraio, ma la riapertura in una delle città più colpite dal Covid-19 non poteva che essere nel segno del ricordo delle tante vittime di questa pandemia. Nel cortile di San Salvatore sono state le note di Haendel a rendere loro omaggio, così come un minuto di silenzio. Non ci sono autorità, né cerimonie per la ripartenza. Un tono minore per una città ferita alla ricerca della normalità che torna a mostrare i propri tesori culturali, dalla Domus dell'Ortaglia alla Croce di re Desiderio, fino alla Vittoria alata in questa copia in resina, in attesa dell'originale attualmente a Firenze per un restauro. Del museo principale di Brescia fanno parte tutte le strutture dell'antico monastero, fra cui la Chiesa di Santa Maria in Solario, il Coro delle Monache e la Chiesa di Santa Giulia. Le regole ora sono rigide. Al museo si accede solo con prenotazione e in gruppi di, al massimo, 15 persone. Distanziamento nelle diverse sale, mascherina obbligatoria. I dispenser di gel disinfettante sono ovunque e anche la sala d’avvio delle visite guidate impone l'obbligo di distanziamento. Il viaggio nel monastero che fu di Ermengarda svela anche in questo clima sommesso la sua magnificenza. “Dove eravamo rimasti?”, recita un cartellone all'ingresso. È da lì che si riparte.