Mancano 4 giorni alle Amministrative di Palermo e già un'inchiesta giudiziaria scuote le urne. Un candidato al Consiglio Comunale per le liste di Forza Italia, è stato arrestato dalla Polizia, su richiesta dei magistrati della DDA, con l'accusa di scambio elettorale politico-mafioso. In manette è finito Pietro Polizzi. Secondo gli inquirenti, il candidato sarebbe stato in strettissimi rapporti con il boss del mandamento Uditore, il costruttore Agostino Sansone, che insieme al fratello, fornì al boss Totò Riina, la villetta di via Bernini, dove il capo di Cosa Nostra trascorse i suoi ultimi anni di latitanza, prima di essere arrestato nel gennaio del '93. In manette anche un collabora di Sansone, Manlio Porretto. Ad incastrare Pietro Polizzi, un'intercettazione telefonica. Il candidato, parlando con Agostino Sansone, che era intercettato, ha avuto rassicurazione sull'appoggio all'elezioni, in cambio, una volta eletto, dell'appoggio del politico, una volta a Palazzo delle Aquile. L'indagine, coordinata dal Procuratore aggiunto Paolo Guido, ha avuto un'accelerazione nelle ultime settimane. L'intercettazione della conversazione in cui si parla dell'accordo tra il politico e l'imprenditore in "odor di mafia", risale infatti al 10 maggio scorso. Gli uffici e l'abitazione di Sansone sono stati perquisiti. L'imprenditore è in possesso di un grande patrimonio, nonostante negli anni, molti suoi beni, siano stati confiscati. Lui ed il fratello, sono stati più volte indagati per mafia ed Agostino ha già scontato una condanna per associazione mafiosa.