È stato già ribattezzato l’sms della vergogna, quello che un albergatore di Cervia ha inviato a Paulo, ragazzo ventottenne di origine brasiliana in Italia da venticinque. “Mi dispiace – si legge – ma non posso mettere ragazzi di colore in sala qui in Romagna, la gente è molto indietro con mentalità. Scusami, ma non posso farti venire giù. Ciao”. Poche parole per negare al giovane un’assunzione stagionale che era stata già pattuita al telefono ma, ricevuta copia della carta d’identità del ragazzo per formalizzare l’accordo di lavoro, l’albergatore ha ritenuto di annullarlo. La famiglia di Paulo, sgomenta e indignata, ha quindi denunciato l’episodio alla Cgil di Ravenna che parla di un evidente caso di discriminazione razziale. “Nell’Italia del 2017 – lo sfogo della mamma – un fatto del genere deve essere considerato terrificante. Non è possibile che si calpesti la Costituzione italiana, il Trattato di Lisbona e le leggi del nostro Paese”. Usa parole durissime anche il sindaco di Cervia: “Questo è un fatto di particolare gravità – dice – che nulla ha a che fare con la nostra realtà imprenditoriale che da sempre si avvale di maestranze provenienti da ogni parte del mondo. Qui l’unico indietro è il singolo albergatore. “Dispiace – invece è il commento di Federalberghi – che il bruttissimo episodio debba gettare fango su tutta la classe imprenditoriale della nostra Riviera”.