Valentino Talluto era consapevole di essere sieropositivo, ma continuava a chiedere rapporti non protetti, raccontando bugie alle sue partner. Non c’è nessuna attenuante nella requisitoria del pm romano Elena Neri per il trentatreenne, accusato di aver trasmesso il virus HIV ad una trentina di donne in dieci anni, perché non c’è mai stato pentimento. “Talluto non ha aiutato nelle indagini, non ha fornito i cognomi delle ragazze e si è sempre chiuso dietro silenzi e bugie”, ha concluso il pm. Per questo, la Procura di Roma ha chiesto la condanna all’ergastolo con l’isolamento diurno per due anni. “Quella compiuta da Talluto è una vera e propria strage sociale”, ha aggiunto Irma Conti, legale di parte civile di diciassette vittime. Talluto ha sempre negato ogni responsabilità, anche di fronte all’evidenza. Non si è mai pentito, ha agito con dolo, dissimulando il suo stato di salute, e ha colpito una moltitudine di persone. Conti ha chiesto un risarcimento di 900.000 euro per ciascuna delle vittime, più una provvisionale pari a 100.000 euro. In tutto sono 57 i casi contestati tra contagi diretti e indiretti, tra i quali anche un neonato, nonché episodi di donne scampate alla trasmissione del virus. Lui non ci sta ad essere descritto come un mostro: “chi mi conosce sa benissimo che non sono una persona cattiva”, ha detto in aula a settembre. “Quello che è stato scritto su di me non è vero, sono considerato solo un untore, ma ho dei sentimenti. Ho l’HIV, ma non per questo sono diverso dalle altre persone presenti qui”, ha concluso.