Il dibattito sulla rivoluzione digitale continua, così come continua il confronto sul rapporto tra tecnologia e democrazia, e molte sono le questioni ancora aperte quando si parla di privacy o dell'uso degli algoritmi e dell'intelligenza artificiale oppure del ruolo dei social network e delle nuove frontiere legate alla cyber sicurezza E in un mondo, quello cyber, dove i confini sono sempre meno protetti e controllati, ecco che bisogna avere più consapevolezza e strumenti. “È una difficoltà oggettiva, ma bisognerebbe partire da una educazione dall'infanzia, l'educazione civica alla società digitale, all'architettura dei poteri digitali. Noi abbiamo ancora l'abitudine a educare i nostri figli e i nostri nipoti con la stessa logica con la quale... sullo stesso scenario con cui li educavamo trent'anni fa”. Il garante per la protezione dei dati personali, Antonello Soro, nel suo libro “Democrazia e potere dei dati”, sottolinea l'evoluzione del mondo digitale dove nel dibattito democratico in rete ciascuno può interagire con tutti, ma dove il dialogo tra le diverse posizioni rischia di essere confinato nel recinto dei propri giudizi, sottolineando anche le implicazioni derivanti dal possibile uso indiscriminato dei dati per orientare scelte e comportamenti. Ma nella rivoluzione digitale quanto sono vulnerabili le democrazie? “Molto. Naturalmente le tecnologie hanno portato una quantità immensa di opportunità, di opportunità anche democratiche, di conoscenza e di diffusione del sapere, di relazione tra le persone, però, insieme a questo, nel corso di questi anni, si è progressivamente creato un... si è creata una condizione di cortocircuito tra questa società, così strutturata nel succhiare dalla vita delle persone le informazioni e nel portarle dentro centri di potere molto bene organizzati e capaci di fare di queste informazioni ricchezza, e la democrazia stessa”.