Avrebbe compiuto 31 anni a marzo, Vittorio Iacovacci, il carabiniere ucciso in Congo mentre faceva di tutto per difendere l'ambasciatore Luca Attanasio, a Sonnino, il suo Paese di origine in provincia di Latina, c'è sgomento, un dolore che si esprime sottovoce che lascia spazio solo alla discrezione del cuore grande di questo giovane che ha dato la vita per la pace. Quando ho saputo questa notizia ho subito pensato a un servo di Dio, Salvo D'Acquisto, il carabiniere che da la sua vita per la salvezza di molti, ecco perché ho fatto questo paragone ed erano tutti e due giovani ed erano tutti e due Carabinieri, possiamo dire un Salvo D'Acquisto dei nostri tempi. La scomparsa di Vittorio Iacovacci, di questo nostro figlio, del figlio di Sonnino, in una maniera così drammatica, così violenta, così anche pieno di mistero, insomma, ci ha lasciato tutti estremamente attoniti. Vittorio Iacovacci è cresciuto in questa casa in campagna, dove ora c'è un viavai composto di parenti e amici che provano a dare conforto al dolore indicibile dei genitori, dei fratelli e della fidanzata e qui stava ultimando la costruzione anche della sua casa, avrebbe dovuto sposarsi tra pochi mesi. Gentile, lavoratore, tutto, aveva tutto, aiutava la famiglia, il padre, si è fatto una casa da solo. Lui doveva sposarsi tra poco? Si, a giugno. Purtroppo sono cose che non dovrebbero succedere, assolutamente, però è successo. Vittorio chi era, com'era? Era bravissimo, è cresciuto, gli potrei essere nonno. Non meritava questa fine e basta. Una divisa, quella del carabiniere indossata con coraggio, senso del dovere e amore, come ricorda lontano dalle telecamere qualche collega, dal 2016 al tredicesimo reggimento Friuli Venezia Giulia, quello maggiormente proiettato all'estero, quando tornava qui passava spesso per la stazione dei Carabinieri di Sonnino dove offriva caffè e sorrisi. Mancavano pochi giorni alla fine della missione e al suo ritorno, l'avrebbe fatto anche stavolta, se non fosse stato strappato barbaramente alla vita.