Chi vive a Roma sa di avere alcune certezze in città. Tra queste i fiorai aperti 24 ore al giorno, il traffico a qualsiasi ora, il fermento caotico della capitale. Il Covid-19 ha messo in pausa, anche questi capisaldi. E così restano i negozi di generi alimentari, farmacie, i tabaccai e le edicole. Quasi come non fosse cambiato nulla, ogni mattina presto i giornalai alzano le saracinesche dei loro chioschi. La mattina apro alle 6, fino alle 7 di pomeriggio. Noi a orario continuato, h24. Il loro è considerato un servizio essenziale. È la mia unica uscita. Compro il giornale e basta. Andare a comprare un giornale, come andare a fare la spesa, dopotutto, è anche un pretesto per uscire di casa. Combinando con altre cose, per esempio, qua al supermercato. Diamo una parvenza di normalità in un periodo che di normale non c'è nulla. Un po’ di movimento c’è, devo dire. Io pensavo fosse meno, invece, la gente viene. Adesso comprano un po' di giornale e parole crociate e riviste. Leggere è il passatempo migliore per trascorrere queste interminabili giornate in casa. Forse sarà una scusa per uscire, però non credo, perché la solitudine è brutta, per cui non sai cosa impegnarti. Sì, ci sta internet, ci sta quello, ci sta… però al cartaceo rimarrà sempre il cartaceo secondo me. In realtà non tutte le edicole sono aperte diverse in centro, come nei quartieri periferici, da giorni, restano chiuse. Alberto Moravia diceva che quando le informazioni mancano le voci crescono. Qualcuno nei giorni scorsi ha definito questi esercenti eroi della nostra attuale vita quotidiana. Eroi magari è un pochino esagerato. Gli eroi sono i medici, gli infermieri, eroi è esageratissimo, però diciamo che facciamo del nostro piccolo. Sono contento che i giornali continuano ad uscire, sono contento che l'informazione ci sia, per svariati motivi, anche perché, insomma, è bene che non sia tutto, - come si dice? - completamente tutto chiuso, tutto out.