“A ore partono le lettere a tutti i pazienti che sono stati curati e sono guariti, dopodiché i pazienti avranno un riferimento per dare la loro disponibilità in maniera volontaria al prelievo”. Un piano d'azione per la non certa ma possibile nuova ondata di contagi da coronavirus in autunno. Una banca del plasma, la prima in Italia. Quote del prezioso emo componente congelate e conservate, raccolte attraverso il prelievo del sangue dagli oltre tremila pazienti veneti guariti dalla malattia e da utilizzare al momento opportuno. “I soggetti che hanno avuto la malattia in questo caso da Sars Cov 2 sviluppano anticorpi, quegli anticorpi cioè che servono poi per difendersi dalla malattia stessa. Il presupposto della raccolta del plasma da queste persone si basa sul fatto che nei pazienti che hanno la malattia attiva e che non sono in grado da soli di superare una fase particolarmente critica potrebbero beneficiare della somministrazione del plasma in cui questi anticorpi sono contenuti in quantità elevata”. Incoraggianti i risultati della sperimentazione. “A fronte di una malattia che si presentava in maniera molto grave, con rischi elevati non solo di andare in terapia intensiva, ma anche di avere un esito infausto, questi pazienti dimostrano dopo la somministrazione di plasma una rapida ripresa della funzionalità respiratoria con un andamento sicuramente più benigno”. Il piano della Regione Veneto è già attivo. Le convocazioni non riguarderanno i positivi asintomatici. “La quantità di anticorpi che i soggetti che hanno avuto pochi sintomi sviluppano non è superiore a quella soglia che noi riteniamo efficace per fare una terapia efficace. L'Istituto Superiore di Sanità sta autorizzando... sta verificando, e presumo autorizzando, un protocollo di studio, ampliato praticamente su tutto il Paese, per validare questo tipo di terapia e dovrebbe partire a breve”.