Talenti a rischio estinzione. I maestri artigiani fiorentini sono conosciuti in tutto il mondo, ma adesso che il mondo si è ristretto non hanno più un mercato. 7600 le imprese, molte familiari come quella di Paolo Penco, orafo da 35 anni. Nella sua bottega si realizzano gioielli dell'antica tradizione, come ad esempio il pendolo, raffigurato nella primavera del Botticelli. Ha finora ricevuto i 600 euro e la cassa integrazione per i dipendenti. Purtroppo noi siamo qui e vogliamo, e abbiamo la forza all'interno di noi, di remare, di traghettare il nostro Paese, la nostra città, fuori da questa crisi. Ma ci sono state date delle palette, delle palette anche molto luccicanti, abbiamo bisogno di remi forti e lunghi. Nel “decreto rilancio” ci sono delle misure a fondo perduto. Noi riteniamo che queste misure siano ancora insufficienti. Sono misure piccole. Mi auguro che siano misure iniziali. Mi auguro che si debba ancora lavorare per sostenere il mondo delle piccole imprese. Nella bottega Scarpelli, si pratica l'antica arte del commesso fiorentino. Si cercano le pietre che poi vengono incollate in questi mosaici che sembrano dei dipinti. Per questa veduta sul Ponte vecchio, Renzo e il figlio, hanno lavorato 36 mesi. Nell'Opificio ad un passo dall'accademia entravano 25000 persone all'anno, come in un bel museo che adesso però non può riaprire. Per ridurre al massimo i costi l'unica scelta possibile è quella di rimanere chiusi, ovviamente tutelando i nostri dipendenti che sono 5, noi siamo 9 in tutto. E questa è l'unica scelta fattibile per noi. Il signor Renzo è entrato in bottega giovanissimo, si contano sulle dita di una mano quelli che ancora oggi hanno fatto, di una delle arti della Corte medicea un mestiere. Ha quindi l'ottimismo di chi sa fare le cose. Io ho sempre guardato al futuro. Sennò… ho cominciato a 13 anni… non ero qui.