Coronavirus, l'emergenza ferma il business dei matrimoni

07 apr 2020
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Siamo a Turi, nel barese, in una delle 300 sale ricevimenti della Puglia. Soltanto qui per il 2020 erano state prenotate 223 feste di matrimonio. Il titolare, Michele Boccardi, Presidente di Assoeventi e Confindustria, ci aiuta a proiettare su scala nazionale questo dato campione, ricordando i numeri del 2019. Ben 219000 matrimoni italiani, 9000 matrimoni stranieri, perché il made in Italy negli ultimi anni, specialmente le regioni del Sud, erano ad alta attrattiva turistica del wedding turism e quindi un fatturato sviluppato di oltre 10 miliardi di euro. Aggiungendo meeting e congressi, eventi aziendali, pubblici e privati nel 2019 si è arrivati a 33 miliardi di euro. Senza poi contare l'indotto. Fiorai, il tessile per gli abiti da sposa, bomboniere, fotografi, musicisti. Per tutte queste aziende il 2020 è appena iniziato e già andato, con l'emergenza coronavirus però che ha cancellato solo i ricavi. L'appello che oggi io faccio al Governo a nome non solo di Assoeventi, ma di Federturismo è quello di tener conto del nostro comparto. Perché il nostro comparto avendo avuto l'azzeramento dei ricavi, non ha bisogno di una defiscalizzazione, non ha bisogno di crediti d'imposta. Tutte norme utili quando la crisi economica non è totale, ma è parziale. Abbiamo bisogno per coprire i costi di gestione delle nostre aziende durante quest'anno 2020 e soprattutto per programmare la ripartenza di un contributo a fondo perduto dello Stato per l'anno 2020.

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