Molti dispositivi medici sono diventati comuni nella pandemia. Il settore biomedicale nel nostro Paese ha 76.000 dipendenti, genera un mercato che vale 16,5 miliardi di euro tra export e mercato interno. La crisi sanitaria ha accelerato partnership tra le imprese e lo sviluppo di alcuni prodotti, come questo ventilatore compatto portatile. Il Covid-19, come sappiamo, spesso viene associato ad una difficoltà respiratoria e queste apparecchiature sono attualmente disponibili in numero limitato. Se l'offerta aumenta è, quindi, una buona notizia. Quello che vediamo è un prototipo, l'obiettivo è di produrlo in serie già da fine luglio. “Il Covid ha accelerato tantissimo l'innovazione tecnologica in alcuni settori. Sicuramente il biomedicale è stato uno di questi, sicuramente la partnership con IBD è nata per rispondere all'esigenza Covid ed è una partnership tutta italiana. Abbiamo lavorato insieme per 5 settimane, e in 5 settimane siamo riusciti a mettere a punto un prototipo completamente funzionante”. Il display è touch screen, si può regolare sia l’ossigeno, sia il flusso e sulla stessa pagina saranno disponibili informazioni sui battiti e sull’ossigenazione del sangue. Si presta ad essere utilizzato anche da infermieri non specializzati e abbiamo visto come nell'emergenza diventi fondamentale il contributo di tutti. In più, può aiutare a superare uno degli aspetti più critici della gestione. “È ormai evidente che l'ospedalizzazione selvaggia è controproducente. L'isolamento domiciliare, invece, evita il propagarsi dell'infezione da coronavirus. “Respira” è un ventilatore polmonare innovativo, che può essere usato a casa e nelle RSA, per ossigenare i polmoni di questi pazienti.