Questa è Wuhan, la città della Cina dove è nata l'epidemia del coronavirus, dove ha avuto cioè origini il virus. Metropoli da 11 milioni di abitanti nella provincia dell' Hubei e focolaio del covid-19 è finita più volte nel mirino per le ombre e sospetti sul suo laboratorio. L'ultima accusa arriva da Mike Pompeo, Segretario di Stato americano, che in un'intervista alla ABC parla di numerose prove sul fatto che il coronavirus arrivi dal laboratorio di virologia di Wuhan, precisando poi che la Cina ha fatto tutto quello che ha potuto per tenere il mondo all'oscuro sul coronavirus. Eccolo il laboratorio P4 di Wuhan, nato per lo studio di virus altamente patogeni di classe, 4, la più alta cioè per grado di pericolosità. L'istituto di virologia è a pochi chilometri di distanza dal mercato del pesce, ritenuto all'inizio dell'epidemia, luogo di iniziale diffusione del virus. Vicinanza singolare, cosi come singolare è la storia del laboratorio. Nato da un'intesa Franco-cinese, viene consegnato nel 2018. Americani e francesi per anni hanno finanziato Pechino per condurre a Wuhan gli esperimenti sui virus più pericolosi e mortali per l'uomo, come ad esempio l'ebola, ma dei 50 ricercatori francesi previsti dall'accordo iniziale neanche uno ha mai messo piede nel laboratorio che lavora ora in totale autonomia, senza controlli sulle verifiche e le tutele che dovrebbero essere operate al suo interno. In molti si sono chiesti se all'origine dell'infezione non ci sia proprio un incidente, una fuoriuscita del virus chimera da quel laboratorio di Wuhan. Secondo una ricerca di Nature è improbabile che il virus abbia avuto origine dalla manipolazione in laboratorio, sebbene non si escluda a priori la possibilità e la probabilità che un tale incidente inneschi un'epidemia è molto difficile da prevedere. Per ora non ci sono evidenze scientifiche che il virus sia nato in laboratorio, tutt'altro. Si ragiona nei termini di una trasmissione naturale dall'animale all'uomo.