Tante carceri in tutta Italia restano sovraffollate, durante l'emergenza covid anche di persone che hanno altre patologie. Tuttavia, a fronte di questo pericoloso sovraffollamento c'è chi riesce a ottenere la detenzione domiciliare. È il caso ad esempio di Pasquale Zagaria, detto Bin Laden, detenuto al 41 bis nel carcere di Sassari. Fratello e braccio destro del super boss Michele Zagaria, detto Capastorta. Pasquale è stato arrestato nel 2007 ed è considerato la mente economica del clan dei Casalesi. Chi è Zagaria lo riassume Catello Maresca, magistrato antimafia in prima linea nella lotta al clan. È la mente imprenditoriale del clan, quello che ha consentito al fratello Michele, di diventare il capo indiscusso del clan dei Casalesi. Latitante per 16 anni, portatore di una minaccia costante nei confronti delle forze dell'ordine, dei magistrati, delle persone perbene nella provincia di Caserta. Rappresenta la mafia. Il tribunale di sorveglianza di Sassari gli ha concesso i domiciliari perché si tratta di un paziente oncologico che avrebbe dovuto effettuare alcuni accertamenti, ma l'ospedale più vicino è diventato un centro covid e non si può. Inoltre è considerato un soggetto ad alto rischio di infezione da coronavirus, proprio per il tumore. "Il tribunale", è scritto nell'ordinanza, "chiede al Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria di individuare un altro ospedale, in Sardegna, dove effettuare le cure", ma non giunge alcuna risposta. Da settimane il procuratore antimafia aveva lanciato un appello per porre rimedio a situazioni come queste che si sarebbero potute verificare. Io ho consigliato da subito degli interventi strutturali degli interventi di natura organizzativa all'interno del carcere. Proprio quello che è successo, che non doveva succedere per il caso Zagaria. Lei ha ricevuto dalle minacce. Sono talmente talmente meschini questi comportamenti, peraltro mascherati dietro a nick name o alla tastiera di un computer, che non merita almeno di essere commentati se non come motivo e presupposto per poi i migliaia di messaggi di solidarietà sono che mi sono arrivati. Si tratta di una scarcerazione al pari di altre, sulla quale il Ministro della Giustizia ora interviene con alcuni accertamenti.