Delitto Fortuna, la ricostruzione della vicenda

16 nov 2016
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È il 24 giugno di due anni fa. Un inquilino di questo palazzo del Parco Verde di Caivano dà l’allarme: Fortuna Loffredo, bimba di soli sei anni, che tutti in quel comprensorio, presto ribattezzato il palazzo degli orrori, chiamano Chicca, è a terra, in una pozza di sangue. È caduta dall’ottavo piano. Un incidente, si pensa subito. Fino al terribile verdetto dell’autopsia, che devia le indagini intanto avviate dalla Procura di Napoli Nord su una pista nuova: la piccola Chicca presenta segni di abusi continuati nel tempo. Si parla, perciò, di omicidio volontario e violenza sessuale aggravata e si inizia a scavare tra le mura di quel palazzo. Emerge un primo dettaglio inquietante: un anno prima, un altro bimbo, Antonio Giglio, tre anni, compagno di giochi di Fortuna, è morto in identiche circostanze, precipitato dal settimo piano dello stesso palazzo. Gli inquirenti spostano la loro attenzione proprio verso la famiglia di Antonio, che ha tre sorelle più grandi, una delle quali è la migliore amica di Chicca. Per quella morte, la mamma, Marianna Fabozzi, era finita sotto inchiesta per omicidio colposo. Intanto gli abitanti del Parco Verde vengono interrogati e intercettati. Molte cimici vengono scoperte distrutte, ma fanno a tempo a restituire a chi ascolta un quadro che si fa sempre più fosco e orribile, con un colpo di scena dietro l’altro. A dicembre 2014 l’inquilino che aveva trovato il corpo di Chicca è accusato di abusi sessuali sulla figlia. Un anno dopo è la volta di Marianna Fabozzi e del compagno Raimondo Caputo, detto Titò. Lei va ai domiciliari, lui in carcere per le violenze su una delle tre figlie della donna, la quale sapeva – dicono i PM – ma non ha fatto nulla. Sarà questa la vera svolta. I bambini che vivono nel palazzo vengono anche loro sentiti dagli inquirenti, con l’ausilio di psicologi, e saranno proprio loro a squarciare il muro di omertà e far luce su una rete di pedofili. L’amichetta di Fortuna, ora undicenne, figlia di Marianna Fabozzi, racconta di aver subito anche lei abusi, come la sorellina, dal patrigno Titò e che proprio lui le avrebbe rivelato di aver ucciso Chicca. Descrive le ultime ore di vita della piccola compagna, compreso uno stupro a cui avrebbe addirittura assistito. “Titò le stava sopra – racconta – mentre Chicca scalciava, prima che lui la lanciasse nel vuoto”. Non avrebbe visto l’azione “ma – dice – ho sentito le urla”. Accuse confermate anche dalle altre figlie della Fabozzi. Titò ora è accusato di violenze sessuali e dell’omicidio di Fortuna, Marianna Fabozzi di non aver fatto nulla per impedire che tutto ciò accadesse.

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