Condizioni di lavoro al limite della schiavitù. Penalizzazioni fino al 20% del loro guadagno nel caso in cui non accettavano almeno il 95% delle corse. Geolocalizzati in ogni spostamento. Controllati anche per il tempo passato online sull'app. Tutto per tre euro, la paga corrisposta per ogni consegna, indipendentemente dalla distanza percorsa. Il rifiuto di alcune fasce orarie veniva penalizzato con 50 centesimi in meno. È quanto emerge dalle indagini condotte dalla guardia di finanza del nucleo di polizia economico-finanziaria di Milano, con il coordinamento del pm Paolo Storari e della numero uno della Dda Alessandra Dolci, che ha portato il tribunale di Milano a disporre con un provvedimento mai preso prima, non solo in Italia, nei confronti di una piattaforma di delivery, il commissariamento di Uber Italy. La filiale italiana del gruppo americano che secondo i giudici avrebbe consapevolmente sfruttato i rider, i fattorini che fanno le consegne a domicilio in tutto il Paese da Nord a Sud. Nell'indagine è finita Uber Eats, ma anche due società milanesi, la FRC e la Flash Road City, per le quali formalmente i rider lavoravano. Oltre 21mila euro le mance che i caporali avrebbero indebitamente intascato. In ogni caso, sostengono gli inquirenti, Uber sapeva dello sfruttamento di persone che arrivavano da paesi in guerra, richiedenti asilo che dimoravano in centri di accoglienza temporanea in stato di bisogno. Cottimo puro, scrive il tribunale, e con l'emergenza Covid e l'aumento di richieste a domicilio le cose sono anche peggiorate. Un inferno descritto in 60 pagine che ha portato al Commissariamento della società. Società che oggi spiega di aver agito nel pieno rispetto di tutte le normative locali. Condanniamo, scrive Uber, ogni forma di caporalato attraverso i nostri servizi in Italia. Intanto alle intermediari è stata contestata la frode per 500mila euro di contributi non pagati. Sequestrato oltre mezzo milione di euro e risultano indagati cinque fra titolari e gestori per praticamente tutti i reati in materia di diritto del lavoro. Un provvedimento destinato a fare giurisprudenza. L'udienza per la discussione è stata fissata per il 22 ottobre.