Rifugiarsi nel cibo o bandirlo completamente, mangiare troppo o troppo poco perché si rincorre una perfezione che non esiste o si punisce il proprio corpo per colpe che spesso neanche si hanno. Sono quasi 3 milioni e mezzo in Italia le persone che soffrono di disturbi alimentari, sono tantissime. Persone che soffrono e hanno bisogno d'aiuto perché di anoressia, che con la bulimia è il disturbo più conosciuto, si muore. Ecco perché l'OMS, l'organizzazione mondiale della sanità, definisce questi disturbi un'epidemia sociale. Seconda causa di morte tra gli adolescenti, dopo gli incidenti stradali. Ecco perché è utile raccontarvi la storia di Villa Miralago, centro per la cura dei disturbi alimentari della provincia di Varese, la più grande comunità terapeutica in Italia, convenzionata con il sistema sanitario. Non bisogna preoccuparsi se un ragazzo o una ragazza inizia a mangiare meno o diversamente, ma quando questo cambiamento alimentare associato a uno stile di vita diverso, una chiusura emotiva e relazionale, perché c'è stato qualche trauma, qualche evento di vita che ha rotto un equilibrio psicologico, allora quello è un campanello d'allarme che va tenuto in considerazione. Il consiglio che va dato è di rivolgersi a specialisti competenti. Qui circa il 92% dei pazienti porta a compimento il proprio percorso di cura con esiti molto positivi. La quasi totalità arriva a guarigione sintomatica, l' 82% dei casi di anoressia, il 78% di bulimia, il 65% dei casi nel disturbo da alimentazione incontrollata. Come sta accandendo alla figlia di questa mamma che ci racconta: penso che l'approccio di una comunità dove ti prendono per mano e ti fanno camminare insieme verso la vita, che quello è l'obiettivo della cura dei disturbi del comportamento alimentare, e insegnarti a camminare un passo alla volta.