“Ho rinunciato alla mia carriera d’attrice per lui”. Veronica Lario attacca, nel ricorso in Cassazione, contro la sentenza della Corte d’Appello di Milano, che a novembre aveva azzerato il suo assegno di mantenimento da 1,4 milioni di euro al mese. La ex first lady spiega i motivi per cui la richiesta contenuta nel provvedimento sarebbe, a suo dire, surreale: restituire tre annualità del maxi assegno, circa 45 milioni, compresi gli importi già versati al fisco. Situazione da cui l’ex marito avrebbe tratto due vantaggi: potersi dedicare più liberamente e intensamente – si legge nel ricorso in Cassazione – alle molteplici attività imprenditoriali e costruirsi un’immagine di capo di una famiglia felice, largamente sfruttata nella propria vita politica. La Lario chiede che la sentenza, giudicata surreale e iniqua, venga annullata. I suoi avvocati contestano il nuovo orientamento, inaugurato dalla famosa sentenza Grilli, che stabilisce il diritto a non dover mantenere la ex moglie se economicamente autonoma. E contestano pure i calcoli effettuati sul patrimonio della ex first lady, che chiede quantomeno di cassare il capo relativo alla decorrenza della revoca dell’assegno, perché destinato al consumo – si legge nel ricorso – indipendentemente dalla sua misura.