Per capire come funziona un bambino non servono le ricette, ci possono portare fuori strada e adesso capiremo perché. Nei primi 9 mesi della sua vita, quelli che passa nella pancia della sua mamma, nel suo cervello si formano 250000 cellule nervose al minuto, alla fine di questo lavorio si saranno formate cento miliardi di cellule nervose, cioè di neuroni. Questi neuroni sono fatti come un alberello in autunno, hanno un tronco e ventimila rametti, neppure una foglia, si parleranno tra di loro attraverso queste terminazioni, stabiliranno delle connessioni, formeranno un diagramma di cablaggio, si chiama così. Ora quante connessioni sono possibili nel nostro cervello? Quelle che si formeranno saranno 100000 miliardi, ma quelle possibili saranno un numero infinito, il numero 1 seguito da 36000 zeri secondo Gerald Edelman, che per gli studi sul cervello ha vinto due volte il premio Nobel. Ora è evidente che non tutti i bambini sceglieranno la stessa connessione, anzi è impossibile che due cervelli scelgano la stessa connessione. Ne consegue che non possono esistere due cervelli uguali e dunque non possono esistere due bambini uguali e questo da solo smonta la pretesa che si possa educare con le ricette, un errore che la stessa psicologia commette spesso, la ricetta è monouso, serve per un bambino e per una circostanza, soltanto per un bambino e per una circostanza e soprattutto non ci aiuta a cogliere la trama che si svolge nella testa, nel comportamento di un bambino. Dunque una psicologia fondata sulle ricette è inutile, a noi ne serve una che ci aiuti a capire come funziona il bambino, come sta viaggiando, il bambino è una creatura che sta camminando e sta andando da qualche parte, come facciamo a capire dove sta andando, non con le ricette, bisogna imparare a leggere la trama, è quello che tenteremo di fare in queste nostre riflessioni.