Sembra che la pioggia e il freddo si faranno attendere ancora per un po’ ed è allarme non solo nelle grandi città, perché lo smog è tornato a superare i livelli considerati accettabili per la salute. Se Torino e Milano sono avvolte in una cappa di nebbia, anche a Frosinone, Venezia, Padova, Roma, Napoli le centraline hanno rilevato i livelli di PM10 di gran lunga superiori alla soglia consentita. Visto il perdurare dell’alta pressione sull’Italia, al primo dei provvedimenti di stop alle auto ne seguiranno altri, tra le proteste dei commercianti che temono un calo nelle vendite e le lamentele di molte associazioni che lo considerano un provvedimento non sufficiente. In calendario, dunque, ci saranno altre domeniche ecologiche e giorni di stop anche all’interno della settimana secondo il Piano elaborato dal Ministero durante l’emergenza del dicembre dello scorso anno e che prevede, tra l’altro, anche la riduzione della temperatura nelle case e negli uffici: 19 gradi al massimo. Un Piano che, osserva critica Legambiente, non si è trasformato in misure concrete ed incisive. I nodi principali restano il trasporto urbano e la dipendenza dai combustibili fossili, dice la Presidente Rossella Muroni. È necessario investire nella riqualificazione energetica degli edifici garantendo una riduzione nelle emissioni degli impianti di riscaldamento. Nonostante un lieve miglioramento della qualità dell’aria, in Europa l’inquinamento atmosferico resta il principale fattore ambientale di rischio per la salute umana, responsabile, secondo i dati dell’Agenzia europea per l’ambiente, di 467.000 morti premature ogni anno. Dopo la Germania, l’Italia è il Paese più a rischio. Qui si stimano 66.000 decessi. Le regioni più esposte sono quelle del nord e centro-nord.