Ai primi di marzo era la Lombardia la regione che destava maggiore preoccupazione. Codogno, i comuni del basso lodigiano erano già diventati zone rosse, ma in quegli stessi giorni sorvegliati speciali erano altri due comuni della Val Seriana, dove erano stati registrati oltre 20 casi, con molta probabilità ascrivibili ad un'unica catena di trasmissione, Il 3 marzo con questo documento ufficiale, il comitato tecnico scientifico proponeva quindi di adottare le opportune misure restrittive anche in questi due comuni al fine di limitare la diffusione dell'infezione nelle aree contigue. I due comuni di cui si parla nel verbale sono Alzano lombardo e Nembro. L'invito era rivolto al Governo dopo la crescita impetuosa dei contagi, che era stata comunicata dalla Regione Lombardia all'Istituto Superiore della Sanità. Due giorni dopo arrivarono in provincia di Bergamo, 250 tra poliziotti, carabinieri e finanzieri pronti a sigillare i confini dei due comuni della Val Seriana. Centinaia di forze dell'ordine, che però non entreranno mai in azione. Sull'ecatombe della Val Seriana, per risalire ad eventuali negligenze e responsabilità, c'è un'inchiesta della Magistratura. Questo documento chiesto alla Regione e ottenuto dal consigliere di azione Nicolò Carretta, pubblicato poi integralmente dall'Eco di Bergamo è certamente un ulteriore tassello per capire cosa è successo in quei drammatici giorni. Verbale reso noto all'indomani della pubblicazione da parte del Governo di cinque documenti del comitato tecnico scientifico, datati 28 febbraio, 1 marzo, 7 marzo, 30 marzo, 9 aprile 2020. 133 pagine contenenti le relazioni degli esperti alla vigilia del Dpcm adottati nel corso della pandemia, ma prive dei verbali riguardanti proprio la mancata zona rossa della Valseriana.