Emergenza virus, Istat: in Italia 1,5mln i casi accertati

04 ago 2020
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Sono quasi un milione e mezzo, ovvero il 2,5% della popolazione, gli italiani contagiati dal coronavirus. Sei volte di più rispetto al totale dei casi intercettati ufficialmente durante la pandemia. Con un nord piegato dal virus, un Mezzogiorno quasi risparmiato dal contagio, ma con grandi differenze, anche a livello interregionale. Sono i risultati dell'importante indagine di siero-prevalenza sul SARS-CoV-2 realizzata dal Ministero della Salute e dall'Istat, una mappatura dell'infezione avviata a partire dallo scorso 25 Maggio per capire, in sostanza, quante persone nel nostro Paese abbiano sviluppato gli anticorpi al nuovo coronavirus, anche in assenza di sintomi. Un test realizzato col supporto logistico fondamentale della Croce Rossa, che ha reclutato il campione di volontari per settimane, non senza difficoltà. Alla fine sono stati oltre 64 mila i prelievi effettuati e di questi appunto il 2,5% è risultato positivo al test degli anticorpi. Un campione statistico che ha così consentito di risalire al dato nazionale in maniera solida. Lo studio conferma come sia la Lombardia la regione maggiormente aggredita dal virus, da sola assorbe infatti il 51% dei positivi e anche il 50% dei morti, ma all'interno della stessa regione sono molto accentuate le diversità territoriali. Nelle province di Bergamo, è stato registrato il 24% di contagiati, a Cremona il 19%, a Como e Lecco il 3,5%. Dopo la Lombardia, la seconda Regione, a sorpresa, è la Valle d'Aosta con il 4% dei positivi al test. Seguono un insieme di regioni del centro nord, intorno al 3%, mentre al sud il valore è sotto l' 1%, con la siero-prevalenza minima in Sicilia e Sardegna. Uomini e donne, inoltre, sono stati colpiti allo stesso modo dal virus, meno colpiti invece i bimbi e gli over 85, probabilmente perché più protetti durante la pandemia. Quanto alle professioni, tra i lavoratori della sanità si registra l'a siero-prevalenza più alta, seguono gli addetti ai servizi di ristorazione. Molto elevata la trasmissione intra-familiari: il 41% tra chi ha avuto un familiare convivente è risultato positivo al coronavirus. Altro dato importante gli asintomatici, possono infettare e arrivano al 27,3%. Lo studio, infine, ha permesso di definire in modo più preciso il tasso di letalità, cioè il rapporto tra numero di morti e numero di soggetti entrati in contatto con il virus, che scende al 2,5%, in linea con l'esperienza internazionale.

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