Un italiano su sette crede che la shoah non sia mai esistita. Il negazionismo in 15 anni, considerevolmente cresciuto, è passato da percentuali residuali come il 2,7% del 2004 al 15,6 di quest'anno. Il 24% degli italiani intervistati sembra precipitare nelle teorie antisemite del complotto ebraico, credendo che gli ebrei controllino il potere economico e finanziario, stesse convinzioni nate nell'Ottocento contro il popolo accusato di deicidio, e per questo demonizzato per secoli e indicato come capro espiatorio per spiegare, negli anni bui, fenomeni devastanti, come ad esempio la peste nera. Più di un quinto degli italiani intervistati del rapporto Eurispes crede che gli ebrei esercitino influenze e potere attraverso il controllo dei media e della stampa. Altro cavallo di battaglia dei persecutori del popolo ebraico. Galoppa il negazionismo; quasi un quinto degli intervistati è convinto che l'Olocausto non abbia fatto così tante vittime nella comunità ebraica, com'è documentato dalla storia. Oltre il 60% degli italiani ritiene che gli episodi di antisemitismo siano la conseguenza di un diffuso linguaggio basato su odio e razzismo. Un pericolo su cui la comunità ebraica ha più volte lanciato l'allarme e che ritroviamo anche nelle parole di Edith Bruck, nel suo racconto magistrale a SkyTg24. “Credetemi che non è facile fare il ruolo del testimone. Rivivere, ricordare, è una cosa dolorosa, una cosa... sono piena di ansia. Molte volte entro nella scuola che non mi reggo quasi in piedi. Esco come se una farfalla... potrei volare, perché capisco che ho dato qualcosa e anche ricevuto qualcosa, perché se riesco a cambiare almeno 10, 20, 30, 100 persone, credo che la mia sopravvivenza non è stata inutile”. L'evaporare della memoria storica della shoah, il negazionismo, sono i mali di un'involuzione civile, la più grande paura dei sopravvissuti all'Olocausto che, nonostante il dolore e la fatica provocate dal ricordo, proseguono nella loro opera di testimonianza, continuano a raccontare di quei dolori, di quei terribili giorni vissuti per non lasciare che la storia sia cancellata, toccata o semplicemente sbiadita dai negazionisti.