Dati personali resi pubblici, nomi e numeri di telefono disponibili sul web. Per intenderci chiunque, almeno fino a poche ore fa, li poteva scaricare liberamente. È la stessa Facebook ad annunciare di aver avviato verifiche sull'esposizione dei dati personali di oltre 267 milioni di suoi utenti. Dati contenuti in un database, che è rimasto disponibile fino a giovedì su un forum di hacker, che ricondurrebbe ad un'organizzazione di cyber criminali. Ed è proprio accedendo a questo sito, che i tecnici di Facebook hanno scoperto l'ennesima falla nella privacy del social più popolato al mondo. La domanda è: com’è stato possibile entrare in possesso di questa enorme mole di dati? Molto probabilmente, suggeriscono i ricercatori, con operazioni illegali di web scraping, cioè di estrazione dati da un sito con software di hackeraggio dedicati. Oppure, ancora più inquietante, attraverso una sofisticata operazione di hacking delle interfacce, che Facebook utilizza per dialogare con le applicazioni di terze parti, le cosiddette API. Come dire che gli hacker si inseriscono nei database attraverso le uniche porticine aperte, che consentono al social di dialogare con altri social o applicazioni. Secondo i tecnici Facebook, si tratterebbe di dati ottenuti prima dei recenti cambiamenti nei protocolli di sicurezza e non è la prima volta che i dati di milioni di persone vengono diffusi in rete. È successo, per fare un esempio, nello scorso Settembre quando venne scoperto un database pubblico ancora più grande di quello di questi giorni, 419 milioni di dati collegati proprio agli account Facebook.