Un grande lavoro organizzativo. Questo ha permesso di contenere, e alla fine ridurre, praticamente a zero il focolaio di Covid-19 a Formia. Tutto comincia il 12 settembre, quando un noto imprenditore della città in provincia di Latina risulta positivo al coronavirus. Subito scattano i controlli, che cominciano dai familiari e si estendono ai dipendenti delle sue attività, un ingrosso ittico e due ristoranti. Incominciando a fare l'indagine epidemiologica si è visto che funziona a livello di cerchi concentrici. Si incomincia all'inizio con il caso, con la famiglia, con i lavoratori, con le persone che sono venute a contatto stretto. In due settimane i medici e gli infermieri del distretto 5 della ASL di Latina hanno eseguito più di tremila tamponi, alcuni a domicilio, la maggior parte in questo drive-in allestito in un grande parcheggio nella periferia di Formia. Solamente lo 0,67% è risultato positivo. I numeri sono stati bassi per fortuna. Alla fine si è rivelato che un terzo dei positivi al test rapido è risultato successivamente positivo. Questo però ci ha consentito di monitorare persone che non avrebbero mai fatto un tampone nasale e sono risultati positivi. Il risultato finale è stata una mappatura molto ampia della popolazione di Formia, che conta poco meno di 39 mila abitanti, dove comunque il sindaco ha disposto misure di distanziamento più severe. Oggi a Formia è obbligatorio l'uso della mascherina, è obbligatorio l'uso della mascherina per tutte e 24 le ore. Questo è stato accolto inizialmente non in maniera molto piacevole, ma il virus ci ha insegnato questo.