Per il momento l'unica cosa certa è che ad essersi spezzato di netto a circa 100 metri dalla vetta del monte Mottarone è uno dei cavi che reggeva la cabina della funivia, posta ora sotto sequestro dalla Procura di Verbania che ha aperto un'inchiesta, saranno le indagini a dover far luce sulle cause che hanno provocato il cedimento di uno dei cavi, quello traente sembrerebbe, all'altezza dell'ultimo pilastro della funivia. In base a una prima parziale ricostruzione la cabina avrebbe fatto un volo di circa 15 metri finendo poi la sua corsa contro gli alberi. "Questo impianto la revisione generale l'aveva fatta la Regione Piemonte, quindi l'aveva finanziata perlomeno la Regione Piemonte, io credo che nessuno lesini su queste cose, men che meno l'ente pubblico, se tutti i controlli, le manutenzioni, le verifiche sugli impianti in generale sono accurati, seguono un programma, una scadenza, una tempistica molto precisi ancora di più lo sono quelli sulla fune, questo glielo posso garantire." Le indagini dovranno far luce anche sui motivi per cui la cabina si sia staccata nonostante i dispositivi di sicurezza, il Ministero delle Infrastrutture ha anche istituito una commissione ispettiva, da regolamento su ogni cabina della funivia sarebbe prevista la presenza di un cosiddetto vetturino, un accompagnatore addetto alla sicurezza cioè che però non ha potere di manovrare la funivia, le cabine vengono invece manovrate da un macchinista in possesso di una patente specifica presso la stazione motrice. Gli ultimi controlli specifici sulla funivia Stresa Mottarone erano stati effettuati tra il novembre e il dicembre 2020, l'impianto risalenti agli anni settanta era stato chiuso nel 2014 per essere sottoposto a manutenzione e riaperto nel 2016 quando era stata completata la revisione generale, i controlli e le verifiche erano a posto, dice il legale della società che gestisce la funivia di proprietà del comune di Stresa.