La bozza, viene corretta fino all'ultimo, le parole pesate, scelte con cura e infine sottoscritte dai Vescovi e dai Sindaci del Mediterraneo, riuniti in Palazzo Vecchio. Il prologo della carta di Firenze, non può non partire da quello che sta succedendo in Ucraina, l'auspicio è che la violenza e le armi sono bloccate, siano evitate grandi sofferenze e si passi ad un negoziato di pace. Condizione necessaria, valore comune, su cui costruire un orizzonte, dove al centro dell'agenda internazionale ci sia la persona umana. L'area Mediterranea, deve affrontare numerose sfide, conflitti, povertà, cambiamento climatico, flussi migratori le cui politiche regolatorie devono sempre rispettare i diritti fondamentali. Un contributo essenziale per vincere queste sfide, deve venire dalle città e dalle sue comunità civiche, religiose. Nel rispetto delle diversità, e con un impegno particolare su salute e giovani. Che significa anche sostengono, all'unisono, amministratori e religiosi, proteggere l'ecosistema, e promuovere una cultura circolare in quello che gli antichi chiamavano Mare Nostrum. La dichiarazione viene firmata, anche, da rappresentanti di popoli che hanno tra loro pessimi rapporti diplomatici. "Perché come diceva La Pira, se non c'è pace nel Mediterraneo, non c'è pace nel mondo e viceversa. Teniamo conto, che in questo momento nel Mediterraneo, sono schierate le portaerei militari russe, europee, americane della Nato. Quindi parlare di Mediterraneo, significa anche occuparsi di quello che sta succedendo in Ucraina".