Erano in 20 quella notte tra il 29 e il 30 giugno nella Abbazia sconsacrata di Santa Bona di Vidor dove si stava tenendo un rito sciamanico. Tra questi 20, sono convinti gli investigatori, qualcuno sa cos'è accaduto ad Alex Marangon, il 25enne trovato morto tre giorni dopo su un isolotto del Piave ad una decina di chilometri dall'Abbazia con il corpo martoriato come ha rivelato l'autopsia e numerose costole rotte, soprattutto sul lato sinistro. Ferite compatibili con dei colpi di bastone o di una pietra anche se al momento la possibile arma del delitto non è ancora stata trovata. Nelle ultime ore, gli investigatori che indagano ora per omicidio volontario hanno ascoltato cinque dei partecipanti al rito che hanno ricostruito le fasi immediatamente precedenti all'allontanamento di Alex avvenuto improvvisamente nel bel mezzo di un falò collettivo alle 03.00 di notte, forse in preda ad una crisi. Il ragazzo che in passato aveva già partecipato ad almeno un paio di altri raduni New Age, si sarebbe alzato di scatto gridando no, per poi correre all'esterno dell'Abbazia verso il bosco. A quel punto, lo sciamano e il compagno medico lo avrebbero rincorso venendo poi raggiunti da altri partecipanti che nel frattempo si erano procurati delle torce. Una ricerca vana al termine della quale il gruppo sarebbe poi rientrato. Solo alle 06:30 del mattino il proprietario dell' Abbazia chiama i Carabinieri. Quando arrivano però, molti dei partecipanti al rito sono già andati via. Stando a quanto emerge, da ambienti vicino alla famiglia pochi giorni prima il 25enne aveva confidato ad un suo amico di avere dei timori legati alla partecipazione a questo raduno. La mamma del ragazzo intanto lancia un appello affinché chi sa si faccia avanti senza paura.