Il sangue sul coltello finito nella siepe è della professoressa uccisa a Seriate il 27 agosto scorso. Almeno questa è l’indiscrezione che circola negli ambienti investigativi, non ancora confermata ufficialmente, perché occorre attendere la parola del RIS, il reparto scientifico dei carabinieri, che sta terminando le analisi sul coltello. Potrebbe esserci, quindi, a breve la svolta nel giallo dell’omicidio di Gianna Del Gaudio, la professoressa in pensione uccisa in questa villetta vicino a Bergamo, dove abitava insieme al marito, Antonio Tizzani, unico indagato a piede libero per l’omicidio della moglie. Da quel giorno lui, che ha sempre raccontato che la moglie era stata aggredita di sera da uno sconosciuto mentre lui era in giardino a occuparsi dei fiori, si è trasferito a casa del figlio, a pochi passi dalla sua abitazione, ancora sotto sequestro, e a poche decine di metri dal luogo dove è stato ritrovato il coltello da un signore che stava tagliando una siepe. Era dentro un sacchetto di plastica per mozzarelle, insieme a un paio di guanti di lattice. Mostrava, il sacchetto, lo stesso logo dei formaggi consumati a casa di Gianna la sera dell’omicidio. Strano che uno sconosciuto, dopo l’aggressione, abbia pensato di nascondere tutto in un sacchetto trovato a casa della vittima e gettarlo poche decine di metri dal luogo del delitto. Strano che non sia stato trovato prima. Forse non c’era ed è finito lì in tempi più recenti. Tanti gli interrogativi ai quali dare una risposta, ma che quell’arma sia quella del delitto ormai sembra certo.