Greenpeace: la nostra plastica sversata in Polonia

16 ott 2019
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Terra dei fuochi? No. Terre dei fuochi in Italia e all'estero. In queste immagini che Sky Tg24 vi mostra in anteprima, realizzate da Greenpeace nella nuova indagine della sua unità investigativa, ci sono tonnellate di rifiuti abbandonati in quella che sarebbe dovuta essere una ex pompa di benzina. Siamo in Polonia, nell'area industriale di Gliwice. E quella che vedete è in buona percentuale plastica italiana. “Ciò che abbiamo documentato in Polonia è inaccettabile e vanifica gli sforzi di migliaia di cittadini italiani che quotidianamente raccolgono e separano correttamente i rifiuti”. Nel mentre da più di un anno c'è un contenzioso tra Polonia e Italia per presunte spedizioni illegali. Lo hanno segnalato le autorità polacche l'unità investigativa di Greenpeace. Nel corposo dossier, nero su bianco, sono finiti i nomi di aziende italiane e polacche. La Polonia accusa il nostro Paese di spedizione illegale di rifiuti. Tra le immagini spicca su una balla il nome dell'azienda campana Di Gennaro Spa, che tra l'altro è stata colpita da un incendio a luglio 2018. La Di Gennaro Spa, che è una piattaforma di selezione della raccolta differenziata e degli imballaggi di plastica anche nella filiera del consorzio Corepla, tramite un intermediario, l'AGF Umbria, a giugno 2018 ha spedito in Polonia oltre 45 tonnellate che erano dirette all'impianto di recupero gum recycling. Interpellati, tutti gli attori italiani di questa vicenda negano ogni responsabilità. La Regione Campania ha presentato documentazione per la quale l'immondizia sarebbe arrivata a destinazione perché l'impianto polacco ha rilasciato a sua volta regolare documentazione. Idem le aziende coinvolte e il consorzio, che nega ogni responsabilità in questo contenzioso, perché la gestione degli scarti spetta alle singole piattaforme. Una guerra a colpi di carte bollate che lascia almeno due interrogativi. Chi controlla? “Guardi, sulla carta è tutto... è previsto che un rifiuto che nasce poi a chi lo ha prodotto ritorna la comunicazione della sua morte, della sua fine. Questo sulla carta... e avviene sulla carta. Ma chi... ecco, un controllo di tutte queste fasi non c'è”. Greenpeace ha fatto proprio questo; si è presa la briga di andare a verificare la correttezza dello smaltimento sul campo. Un altro enorme dubbio è che questo modus operandi possa essere molto più diffuso di quanto si pensi. Solo a settembre un analogo episodio è stato denunciato da Greenpeace in Turchia. “Di plastica ne produciamo e ne produrremo sempre di più, e il sistema non è in grado di riciclarla. Bisogna invertire subito la rotta, ridurre la produzione, a partire dalla frazione, spesso inutile e superflua, rappresentata dall'usa e getta. Solo così riusciremo a impedire che la Terra diventi un pianeta di plastica”.

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