"La casa ce l'avevo. Mi son ritrovato in mezzo a una strada". Come Massimo sono tanti a non avere un posto dove stare. Difficile fare un censimento ma il popolo dei senza dimora a Roma ammonta ad oltre 10 mila persone. Persone in stato di grave marginalità sociale che hanno bisogno di tutto e che nel corso della pandemia hanno visto aumentare la loro solitudine. "Inizialmente c'è stata come un'emersione. Persone che erano nella città, erano poveri pure il giorno prima, non avevano casa pure il giorno prima, si sono trovate in questa città deserta ad aver bisogno di un orientamento, di un punto di riferimento. Poi sono cambiati anche i bisogni. In particolare ne ravviso uno: il bisogno di ascolto, che sembra una cosa banale ma il bisogno di ascolto è il bisogno di essere visti". In città sono circa 2.000 i posti letto a disposizione di chi vive per strada. Molti gravitano intorno alla Stazione Termini. Qui 5.000 metri quadrati di spazio sono dedicati proprio a loro, grazie a Ferrovie dello Stato che ha concesso i locali in comodato d'uso gratuito. Con la pandemia lo sforzo di seguire il maggior numero di persone è raddoppiato. Tamponi e vaccino sono diventati fondamentali e grazie al progetto Dottor Binario da giugno 2020 ad oggi sono stati effettuati migliaia di test e migliaia di vaccini grazie alla collaborazione con l'IFO San Gallicano. "È nata a marzo 2020 quando fu lanciata la parola d'ordine "io resto a casa" e noi lanciammo la parola d'ordine "io resto a casa se avessi una casa". Abbiamo eseguito più di 5.000 vaccini ma soprattutto abbiamo chiesto ad ognuno se accettava di fare anche l'indagine degli anticorpi prima della vaccinazione, così abbiamo scoperto che la metà di queste persone era già positiva al virus". Persone fragili, le più fragili dal punto di vista sociale, che senza un aiuto non ce l'avrebbero fatta. Ma la volontà, la generosità di tanti, hanno raggiunto anche loro, anche chi nella vita è inciampato e non è riuscito a rialzarsi.