L'autorità è un servizio. Papa Francesco durante l'Angelus, nella solennità di San Pietro e Paolo, chiarisce a braccio una differenza sostanziale, una caratteristica fondamentale. "L'autorità è un servizio, e un'autorità che non è servizio è dittatura". Le parole di Papa Francesco ribadiscono un pensiero noto: aprire le porte, soprattutto alla vigilia dell'anno giubilare, la missione che Gesù affida a Pietro, ricorda ai fedeli, non è quella di sbarrare le porte di casa permettendo l'accesso solo a pochi ospiti selezionati ma di aiutare tutti a trovare la via per entrare, nella fedeltà al Vangelo di Gesù. Tutti, ha sottolineato più volte Papa Francesco, tutti. Nelle sue parole sempre il pensiero a chi soffre, a chi è colpito dalle guerre. "Penso con dolore ai fratelli e alle sorelle che soffrono per la guerra. Pensiamo per tutte le popolazioni ferite, minacciate dai combattimenti: che Dio le liberi, le sostenga nella lotta per la pace. Rendo grazie a Dio per la liberazione dei due sacerdoti greco-cattolici. Possano tutti i prigionieri di questa guerra tornare presto a casa". Una giornata iniziata con la stessa immagine delle porte aperte durante la messa in Basilica per la solennità dei Santi Pietro e Paolo, celebrata dopo la benedizione dei Pallii per i nuovi arcivescovi e metropoliti. In questa occasione Papa Francesco ha puntato il dito in particolare contro "una religiosità intimista e consolatoria", la stessa, ha detto Bergoglio, che ci presentano alcuni movimenti. Un secco no, insomma, ad una spiritualità definita da salotto.