É il Pronto Soccorso, il primo accesso e già qui i numeri si stanno lentamente riducendo: 35 al giorno fino ad una settimana fa. Ora meno di 20. Siamo finalmente arrivati al picco e cominciamo a vedere una riduzione di quelli che sono gli accessi in pronto soccorso per Covid. Questa è sicuramente una buona notizia, ma non ci lascia tranquilli perché la strada è ancora lunga. Sono tre le tipologie di chi arriva in pronto soccorso Covid ci spiegano: i pazienti molto fragili, quelli che vengono per un altro motivo e riscontro occasionale e chi non è vaccinato e ha una forma severa. La terza categoria è quella dei pazienti che per scelta non si sono vaccinati con due problemi diversi: il primo è che arrivano più tardi perché sono rimasti a casa negando in continuazione questa pandemia, la seconda è che hanno un livello di livore nei confronti degli operatori sanitari e di tutto il sistema che io non riesco assolutamente a capire. Dal pronto soccorso ci spostiamo nel reparto di malattie infettive. I letti sono tutti pieni. Qui gli effetti non si vedono ancora: cerchiamo di capire chi è che necessita di un ricovero. Più importante corbita che abbiamo in questo momento è il fatto di non essere vaccinati; quindi in questo momento abbiamo circa il 70% di pazienti che non sono vaccinati con età media superiore ai 65 anni e che ha ovviamente una serie di problematiche anche di salute. Tra i non vaccinati, abbiamo anche persone giovani. Questo vuol dire che il virus tra i non vaccinati ha la stessa gravità della prima ondata e della seconda. In terapia intensiva, le cose vanno leggermente meglio. Da circa una settimana, siamo in una fase di plateau questo vuol dire che il numero di pazienti che entra in terapia intensiva equivale sostanzialmente al numero di quelli che ne esce.