Falsificavano documenti e con quelli incassavano titoli di credito clonati o rubati, sostituendosi ai titolari e truffando allo Stato e agli aventi diritto centinaia di migliaia di euro. Avevano messo su una vera e propria organizzazione, con base a Roma e Napoli. I campani creavano i documenti di identità fittizi, nella capitale si pensava a gestire gli incassi. Spesso venivano ingaggiate e munite di falsa identità terze persone, perché andassero nelle banche o alle Poste per riscuotere il denaro, dietro ricompensa di una percentuale sul bottino. I Carabinieri della compagnia Casilina di Roma hanno ricostruito la rete partendo da un arresto in flagranza e scoprendo anche che l'organizzazione riusciva a risalire a titoli molto onerosi, cosiddetti dormienti perché emessi da tempo, ma non riscossi dai proprietari, e riscuoterli con il sistema collaudato di truffa. In molti casi si trattava di rimborsi IRPEF originali, sottratti agli ignari destinatari, che ne hanno appreso l'esistenza solo dai Carabinieri, molti potrebbero ancora non sapere di possederli. I militari hanno, dunque, arrestato undici persone, sei in carcere, cinque ai domiciliari, obbligo di firma per altre tre, una di loro percepiva il reddito di cittadinanza. In soli tre mesi di monitoraggio, la rete ha chiesto l'incasso di titoli per oltre 500.000 euro. Dunque, si ipotizza un business illecito da diversi milioni di euro.