Le fiamme sono partite nella zona antistante quella più grande dello showroom vicina alla strada e alla porta, l'unica possibile via di fuga di tutto il locale sprovvisto di uscite di sicurezza. Dai primi rilievi, sono state escluse alcune ipotesi: la fuga di gas, un corto circuito, una sigaretta accesa e non è stata trovata alcuna sostanza accelerante per l'innesco delle fiamme. In attesa dei filmati delle telecamere delle decine di aziende che si trovano in via Cantoni a nord della città e dei racconti di alcuni testimoni sentiti dagli investigatori dell'arma, la Procura di Milano ha aperto un fascicolo con l'ipotesi di incendio doloso ma non si esclude nulla nemmeno l'incidente. Quel che è certo è che i tre ragazzi di origine cinese, uno stilista 24enne, fratello e sorella di 17 e 18 anni, cugini del titolare, quando è divampato l'incendio nello stabile su due piani hanno cercato di rifugiarsi nei soppalchi nella parte più interna risparmiata dalle fiamme dove sono stati trovati i loro corpi morti per intossicazione da fumo. Non erano vicini, hanno cercato tre diverse vie di fuga uno dei tre aveva la torcia del cellulare accesa. Gli inquirenti indagano anche sulle presunte minacce che avrebbero subito i titolari del magazzino conosciuti dalla comunità cinese di Paolo Sarpi. Una richiesta di denaro, un debito mentre escludono al momento una richiesta estorsiva legata all'attività commerciale di arredamenti per ristoranti e locali che riforniva molti esercizi commerciali del quartiere.