Un'emergenza pubblica, un fenomeno in aumento quello dei suicidi nei bambini sotto i 12 anni, un quadro su un'infanzia sempre più fragile. Secondo i dati dell'ospedale pediatrico Meyer il tasso di ospedalizzazione, in psichiatria, per comportamenti e pensieri suicidari è passato dal 27,69% al 45,28% tra il 2016 e il 2020. Che all'origine del buio ci siano modelli familiari disfunzionali o eventi traumatici o una pandemia che ha fatto da detonatore per la vulnerabilità emotiva o tutte queste cose insieme, la buona notizia è che l'intelligenza artificiale potrebbe supportare i medici nella valutazione del rischio. C'è un primo studio retrospettivo a riguardo, che indaga la presenza di spie. Pubblicato sulla rivista scientifica Science Progress, è stato condotto da Meyer e università di Firenze su 237 giovani ricoverati nell'ospedale fiorentino. Grazie all'AI e alla statistica sono emersi due nuovi fattori: precedenti diagnosi di disturbo oppositivo-provocatorio e di disturbo esplosivo-intermittente sono fattori predittivi. Lo studio ha evidenziato anche che il cosiddetto comportamento di volontà suicida, non una reale pianificazione ma una richiesta d'aiuto, è comunque un fattore di rischio importante e finora sottostimato. "Questo è uno studio preliminare che ci suggerisce che probabilmente le metodiche d'intelligenza artificiale possono supportare il clinico nella valutazione, anche di questi pazienti così delicati, che dovrà poi essere sviluppato, sia coinvolgendo un campione di popolazione più ampio, sia facendo degli studi prospettici e sia coinvolgendo anche degli altri centri".