Istat registra il minimo storico di nascite dall'Unità d'Italia proprio nel 2020. Un dato raccolto e rielaborato dall'Istituto di ricerca nel rapporto dinamica demografica durante la pandemia covid-19 che restituisce impietoso il volto di un Paese, l'Italia, in cui di fatto la vita si è bloccata, in cui la morte ha preso prepotentemente il sopravvento. Il fenomeno della diminuzione delle nascite è già in corso da anni, ma nel 2020 registra un meno 3,8%. Sono 16000 i bimbi nati in meno rispetto al 2019, per un totale di 404104 bimbi. La geografia dei nuovi nati mostra un calo generalizzato in tutte le regioni, ma più accentuato nel Nord-Ovest soprattutto nei mesi di novembre dicembre periodo in cui si possono realmente osservare gli effetti della prima ondata della pandemia. C'è stata poi un'impennata delle morti, 746146 i decessi, il numero più alto mai registrato dal secondo dopoguerra, più 112000 rispetto alla media degli ultimi 5 anni pari al 15,6%. Il covid-19, da marzo a dicembre si è portato via 76000 italiani, portando la mortalità in quei mesi a +21% rispetto alla media degli ultimi 5 anni. Culle vuote, cimiteri sempre più affollati e città svuotate, il declino della popolazione italiana prosegue inarrestabile. Al 31 dicembre del 2020, residenti in Italia sono 59257566, 380000 cittadini in meno rispetto all'inizio dell'anno, come se fosse sparita una città grande quanto Firenze. Molti gli stranieri che hanno lasciato il nostro Paese, meno invece gli italiani che si sono trasferiti all'estero. Crolla anche il numero dei matrimoni celebrati, nel 2020 sono quasi 100000 in meno.