Riapre Linate, ma rischia di riaprire senza voli. Peggio, con voli che verranno aggiunti in corso d'opera, senza certezze per i passeggeri. Sono i paradossi del post lockdown. Era stata la stessa SEA, la società che gestisce il City Airport milanese, a suggerire di escludere Linate dalle riaperture di maggio. Un modo per prendere tempo, con la contrazione drammatica del traffico aereo del dopo pandemia. A causa dei lavori di restyling del terminal ancora in corso gli spazi sono al momento quelli che sono. In queste condizioni possono decollare solo 3 aerei all’ora contro i 9 abituali, per giunta con maggiori costi di 2,5 milioni al mese per una società che già perde per il crollo del traffico aereo tra i 25 e i 30 milioni al mese. La soluzione SEA ce l’ha a portata di mano. Gestisce anche Malpensa e allora il traffico può essere deviato sull’hub varesino. A spingere per bruciare le tappe, invece, è Alitalia, che su Linate possiede i due terzi degli slot, i diritti di decollo e atterraggio e che verosimilmente punta a intercettare nel City Airport sia il traffico business che quello turistico estivo. Ed ecco il paradosso. La riapertura anticipata costringerà tutte le compagnie aeree a rimodulare la programmazione, cosa difficile in pochi giorni senza toccare altri voli, soprattutto le coincidenze. Risultato? Molte compagnie non torneranno a Linate in tempo per il 13 luglio. Qualcuna sì e sarà il caos per migliaia di passeggeri, cui consigliamo di stare molto attenti se dovranno partire da Malpensa o da Linate e alle eventuali coincidenze. Si preannunciano vacanze col brivido.