Arrestati e condannati e dopo aver scontato la pena tornati a ricoprire i ruoli di sempre. Lo schema si ripete. Nove presunti appartenenti al mandamento Noce-Cruillas, sono stati arrestati nel corso di una operazione della squadra mobile di Palermo e del Servizio Centrale operativo. "Abbiamo attaccato il mandamento della Noce, tanto caro, storicamente, a Totò Riina". "Vertici che venivano da condanne definitive, quindi dopo aver pagato quello che dovevano pagare dal punto di vista della pena e quindi, sostanzialmente, la permanenza carceraria, nel caso in questione, non sembra aver consentito di recidere i legami con Cosa Nostra". Tra loro Carmelo Giancarlo Seidita, 47 anni di cui 10 trascorsi in carcere, ritenuto il reggente della cosca, fratello di una ex guardia carceraria. Tutto nel quartiere veniva controllato, dal furto di auto, all'occupazione abusiva di case, nessuna mossa avveniva senza essere stata sottoposta al vaglio mafioso. Chi si ribellava subiva violenze. "Cosa Nostra in questo momento a Palermo, per quello che vediamo, sta cercando di ripartire dal controllo del territorio massivo. Il controllo del territorio massivo si fa con l'imposizione del pizzo, con le estorsioni. Abbiamo riscontrato, nelle recenti operazioni, una prassi ormai consolidata e una scarsa sensibilità di chi, invece, dovrebbe rivolgersi allo Stato".