Dopo sei mesi, finalmente Oumoh ha riabbracciato sua madre. La piccola, quattro anni, della Costa d’Avorio, era arrivata da sola a Lampedusa. Sua madre, per evitare che alla sua bambina venisse praticata l’infibulazione, era scappata dal suo Paese e aveva lasciato la piccola in Tunisia, con un’amica. Poi aveva deciso di tornare indietro da sola, al suo Paese, per prendere il necessario e ripartire per sempre. Quando ha raggiunto di nuovo il Paese nordafricano, però, la piccola non c’era più. La sua amica era stata fatta imbarcare dagli scafisti su un gommone, portando con lei Oumoh per non abbandonarla. La mamma, dopo aver contattato tutte le organizzazioni umanitarie sul territorio tunisino, è riuscita nel miracolo di rintracciare la sua bambina. Era arrivata a Lampedusa e poi, grazie alla polizia, portata ad Agrigento. È subito iniziata una battaglia burocratica per il ricongiungimento, che ha visto coinvolti tre Paesi: la Costa d’Avorio, la Tunisia e l’Italia. Oggi finalmente mamma e figlia sono tornate ad abbracciarsi: “Sapere di poter dare questa gioia a questa bambina, farle riabbracciare la madre per me è il regalo più grande che il Padreterno mi potesse dare in questo momento”. La mamma di Oumoh, visibilmente provata, ha raccontato le peripezie per ritrovare la sua bambina, che nel frattempo è stata affidata alle cure di tutori e di una psicologa, che questa mattina ha comunicato alla piccola la bellissima notizia: “Glielo abbiamo detto stamattina, mentre la vestivamo, e immediatamente si è ammutolita e ha avuto un’emozione grandissima che nei bambini a volte si manifesta anche in questo modo, come la vedete adesso”. Ma ci sono tantissimi minori non accompagnati alle comunità e bisognerebbe fare di più: “Noi abbiamo altri minori non accompagnati, che cercano le madri. Purtroppo la burocrazia, come vediamo nel caso di Oumoh, ostacola questi ricongiungimenti”.