Due colpi di cacciavite al cuore inferti in rapida successione. È morto così Roberto Farouk Samir Halim, il diciottenne che l’altra sera, in un quartiere degradato alla periferia di Milano, è stato aggredito da Mostafa El Gatnaoui, cinquantaduenne marocchino, irregolare da circa un ventennio e con una serie di precedenti anche per reati contro la persona. Da una prima ricostruzione di quanto accaduto, sembra che l’altra sera Roberto, muratore incensurato, nato in Italia da genitori egiziani, era in piazza Tirana nel quartiere difficile del Giambellino, nei pressi di un bar gestito da cinesi. Pare che a scatenare la furia del marocchino sia stata la richiesta da parte del giovane ucciso all’omicida di spostarsi in quanto il fumo della sua sigaretta gli dava fastidio. Da qui all’aggressione c’è voluto poco: qualche parola di troppo, un paio di spintoni e poi i colpi mortali, inferti in pieno petto al ragazzo appena diciottenne. Il marocchino, che aveva bevuto molto ed era noto nel quartiere come un violento e attaccabrighe, ha provato a fuggire ma è stato trattenuto con la forza dagli amici del ragazzo ucciso e da altri che avevano assistito all’aggressione. Solo l’intervento tempestivo in forze di carabinieri e polizia ne ha evitato il linciaggio.