Sembra muoversi qualcosa intorno al tragico caso di Mario Paciolla, volontario dell'ONU trovato impiccato in casa, a San Vicente del Caguàn, in Colombia, con tagli profondi da lama sul corpo. “Quattro agenti della Polizia Locale colombiana sono indagati per aver consentito ad alcuni funzionari dell'Unità Indagini Speciali del Dipartimento Salvaguardia e Sicurezza delle Nazioni Unite di raccogliere e portare via da casa del volontario una parte dei suoi effetti personali, sottraendo alle indagini materiale che si sarebbe potuto rivelare prezioso”, è quello che riporta il quotidiano El Espectador, che segue da vicino il caso sul quale in Italia è intervenuto il senatore Sandro Ruotolo, sollecitando un chiarimento da parte del Segretario Generale dell'ONU, Antonio Guterres. In questi giorni il Ministro degli Esteri Di Maio sta valutando l’invio di personale dedicato in Colombia. A breve sono attesi i risultati dell'autopsia effettuata lì. Il padre e la madre di Mario, fanno sapere attraverso i loro legali, Alessandra Ballerini e Manuela Motta, non hanno mai creduto al suicidio. Mario sarebbe dovuto tornare il 20 luglio, aveva comprato già il biglietto per rientrare. Alla madre in una telefonata qualche giorno prima di morire aveva detto di essere turbato per qualcosa che è accaduto. In Colombia si occupava di un progetto di pace per riqualificare aree utilizzate dal narcotraffico con la collaborazione degli ex ribelli.