"Prima dicevano che il Mose non doveva funzionare, non Mose, non Mose. Adesso funziona e tiene la città all'asciutto. Dicevano che avrebbe ammazzato il porto, e non è vero". Prima la crisi del Consorzio Venezia Nuova concessionario del Ministero delle Infrastrutture, poi i problemi di manutenzione delle barriere e di corrosione delle parti metalliche. Dal primo test di sollevamento il 10 luglio 2020, i problemi non sono certo mancati ma oggi il Mose, sistema di dighe mobili, progettato per salvare Venezia dalle acque alte, funziona. "Un'opera ingegneristica unica nel suo genere che potrebbe essere riprodotta nella città di New York a protezione dell'isola di Manhattan", ha annunciato con una certa soddisfazione il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, a margine di un incontro istituzionale sull'avanzamento dei lavori che dovrebbero essere completati entro il 2025. Di fatto però il Mose è già funzionante e tra il 2021 e il 2022 ha protetto la laguna di Venezia dalle maree superiori ai 130 cm sul medio mare, ben 13 volte. "Il prossimo esecutivo avrà dei punti fermi dai quali ripartire", ha sottolineato il Ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini. In 20 mesi il Governo ha superato la crisi del Consorzio Venezia Nuova reperito 538 milioni di euro per il completamento dell'opera e risolto i problemi tecnici e di corrosione. "Non solo sul piano amministrativo, con il superamento di tutte le difficoltà del Consorzio Venezia Nuova, non solo sul piano della progettazione ma anche sul piano della realizzazione non c'è un problema di fondi".