La piena ammissione della madre e l'attesa per la versione della compagna dal carcere di Trieste, Lorena Venier, 61 anni, ha confermato le sue prime dichiarazioni: avrebbe ucciso e fatto a pezzi il figlio Alessandro di 35, con la collaborazione della nuora, la 30enne Mylin Castro Monsalvo, che invece non era nelle condizioni di rispondere al PM. "È stata portata in ospedale perché ha avuto un malore e non c'erano le condizioni. Non sarebbe stata comunque nelle condizioni per rendere l'interrogatorio perché era assolutamente provata. Ci saremmo comunque avvalsi della facoltà di non rispondere". "Quale potrebbe essere l'impianto difensivo?" "Non ci ha detto nulla". "Non sappiamo niente. Non è stata in grado di ricostruire nulla". Il Procuratore aggiunto di Udine Claudia Danelon, fa sapere che alle due verrà contestata anche l'aggravante della premeditazione, oltre a omicidio e occultamento, durante l'udienza di convalida dell'arresto. Si trovano in cella dal giorno del ritrovamento del cadavere nella villetta di Gemona. L'omicidio una settimana prima, al termine dell'ennesimo scontro famigliare. A quanto pare, ad Alessandro, contestavano di non provvedere al sostentamento della famiglia. "Sono stata io e so che ciò che ho fatto è mostruoso", ha detto Lorena al magistrato, preoccupata di non poter più rivedere la nipotina di sei mesi, presa in carico dai servizi sociali. Ha detto invece di Mylin: "è la figlia femmina che non ho mai avuto". In questo legame così stretto, la Procura dovrà scandagliare per definire meglio movente, modalità e responsabilità. Restano le ombre. I Carabinieri della scientifica in casa non hanno trovato nessuna traccia di sangue e poi il presunto cocktail di farmaci che gli avrebbero somministrato per sedarlo. L'autopsia restituirà un quadro più chiaro. .























