È rimasto in silenzio davanti alle domande del giudice, per poi tornare nella cella del carcere di San Vittore, dove è rinchiuso dallo scorso mercoledì. Non ha aggiunto né dettagli né spiegazioni Alessandro Garlaschi, il tranviere trentanovenne accusato di aver ucciso a coltellate Jessica Valentina Faoro, 19 anni, e di aver tentato di bruciarne il corpo. Nessun chiarimento dopo quelle poche parole pronunciate davanti al Pubblico ministero: “Abbiamo avuto una banale discussione per la scelta di un film. Lei mi ha ferito con il coltello. L’ho disarmata e l’ho colpita”, aveva detto. Una versione che, però, convince poco gli investigatori, considerato anche che la giovane, ospite da dieci giorni in quell’appartamento di via Brioschi a Milano, solo qualche giorno prima aveva chiamato i Carabinieri raccontando che Garlaschi aveva tentato un approccio con lei mentre dormiva. Quella notte, Jessica non era tornata in quella casa, dove viveva in cambio di un aiuto domestico. Lo aveva fatto, però, nei giorni seguenti. Anche la notte del delitto, nell’appartamento al secondo piano c’era solo Garlaschi. Sua moglie, descritta come una donna remissiva e disposta a chiudere un occhio sulle attenzioni del marito verso le ragazzine, era andata a dormire dalla madre, come avveniva spesso quando c’era un ospite in casa. L’aggressione, secondo una prima ricostruzione degli inquirenti, sarebbe avvenuta dopo l’ennesimo rifiuto davanti a un approccio sessuale, perché era il sesso l’ossessione di Garlaschi, un uomo schivo e introverso, che navigava in rete barattando prestazioni sessuali in cambio di un posto letto, vendeva on line oggetti fetish, frustini e intimo sexy.