"Dichiara Impagnatiello Alessandro colpevole degli atti a lui ascritti". C'è solo il pianto della mamma di Giulia a spezzare il silenzio dell'aula grande della Corte d'Assise di Milano affollata come in poche altre occasioni dopo la lettura del dispositivo con il quale i Giudici di Primo Grado, hanno condannato all'ergastolo con tre mesi di isolamento diurno Alessandro Impagnatiello per l'omicidio volontario della sua compagna Giulia Tramontano, incinta di sette mesi per l'occultamento del suo cadavere e per averle procurato l'aborto. Ad eccezione dei futili motivi tutte le aggravanti gli vengono riconosciute dai Giudici. L'imputato resta impassibile, seduto per la prima volta accanto alle sue due avvocate e non nella cella di plexiglass. Dietro di lui c'è tutta la famiglia di Giulia. "Abbiamo perso la nostra vita, io non sono più una mamma, mio marito non è più un papà, i nostri figli saranno segnati a vita per questo dolore". "Al di là di una giusta sentenza noi resteremo perdenti per sempre", dice il papà di Giulia e anche la circostanza che l'ergastolo sia arrivato proprio nel corso della giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne per Chiara la sorella più piccola della vittima, è solo una coincidenza. "Nessuna donna ha vinto perché è stato stabilito un ergastolo, l'ergastolo è stato stabilito dopo la morte, noi donne possiamo vincere solo quando cammineremo per le strade di questo Paese e ci sentiremo sicure". In aula il pensiero va solo a Giulia quello dei suoi familiari, ognuno dei quali indossa qualcosa che le era appartenuto e anche quello di chi non l'ha mai conosciuta. "Giulia sarà la mamma che è stata uccisa dal suo compagno ma per noi sarà anche la donna di esempio di coraggio determinazione che vorremmo l'Italia ricorderà per sempre, che magari stimoli una donna che vive in una circostanza di vessazioni o di paura ad andare via prima e a cercare una nuova strada per la sua famiglia". Al termine dell'udienza Chiara Tramontano e tutta la sua famiglia partecipa al flash mob contro la violenza sulle donne organizzato dall'Ordine degli Avvocati di Milano ed è da qui che la giovane lancia un appello ai genitori di figli maschi soprattutto perché non lascino che i ragazzi diventino uomini senza conoscere il rispetto verso le donne.